Normalmente il supporto psicologico e terapeutico con i bambini e gli adolescenti è di breve durata.
Se minorenne, si incontrano in primis i genitori per raccogliere la storia di vita del giovane, dopo si incontra il giovane.
Nel colloquio con i genitori s’indagano la storia familiare e la storia del problema. Alcune manifestazioni emozionali e comportamentali spesso sono transitorie, evolutive e dipendenti dall’ambiente. L’intervento si focalizza sul problema rilevato dalla famiglia, dall’ambiente scolastico o dal giovane stesso, esplicitato o meno.
La collaborazione con i genitori è considerata un focus centrale nel trattamento cognitivo comportamentale. Il supporto psicologico è una forma di ponte tra il ragazzo, i suoi bisogni psicologici, la famiglia e il contesto di vita.
In casi più specifici, dove invece il disagio è presente da lunga data (oltre i 6 mesi) e se è “invalidante” per il giovane, per la famiglia o per la scuola, s’interviene con un progetto terapeutico, dove è previsto un incontro settimanale, oppure a seconda delle risorse disponibili si lavora con la famiglia o con il genitore disponibile. Il piano di trattamento ideale dipende dal tipo di problematica dell’adolescente, ma comprende un intervento individuale sul giovane, affiancate da sedute in gruppo (solo per giovani dalle medie) in casi specifici, dove si consiglia di sviluppare maggiormente le abilità sociali.
Lo scopo della terapia è di ristrutturare le distorsioni cognitive, i deficit comportamentali e le esperienze traumatiche, attraverso l’EMDR- Eyes Movement Reprocessing Desensibilization, è un approccio integrativo di psicoterapia che è stato ampiamente studiato e dimostrato efficace per il trattamento del trauma. È una forma di terapia che si concentra su ricordi di esperienze traumatiche e/o stressanti che possono contribuire a disagi e problemi psicologici, l’EMDR consente ai giovani, e non solo, di risolvere i sintomi e il disagio emotivo collegato al sintomo, in maniera risolutiva.
Il terapeuta utilizza spesso alcune tecniche comportamentali parallelamente ai metodi cognitivi. Lo scopo è quello di aiutare il ragazzo a distinguere e a riconoscere, gli stati emozionali (ad esempio, tristezza, ansia e rabbia) e cominciare a collegare gli eventi esterni, ai suoi pensieri e comportamenti.
Durante le sedute psicologiche si pone attenzione alla storia di attaccamento del giovane, con le persone significative della sua vita. Le problematiche attuali sono un’espressione emozionale di esperienze emotive, legate ad uno schema cognitivo di sé, disfunzionale. Il giovane manifesta comportamenti disturbanti, eccessivi o dannosi per sé, come rappresentazioni di alcuni suoi passaggi dolorosi di vita. Si procede sul modello passato-presente-futuro, nel ricercare i ricordi dolorosi del passato, dove si elaborano con l’EMDR e dopo s’interviene, laddove il sintomo vi sia ancora, nel presente, identificando ed elaborando i triggers del presente (le situazioni attivanti del presente). Dalle elaborazioni nasceranno nuove cognizioni positive di sé e nuove risorse per affrontare il futuro.
Link di approfondimento